Oh Gino,
scusa se ti disturbo, ma ho bisogno di scriverti per scacciare i demoni di questi giorni. Come sai trovo terapeutico scrivere e forse dopo averti salutato a modo mio proverò un minimo di sollievo.
Fra 4 giorni ti avrei dovuto telefonare per dirti che anche i 50 sono arrivati, ti avrei preso in giro e avremmo fatto la solita gag sulla scoperta dell'America visto che eri legato da questo anniversario e ne andavi orgoglioso.
Invece lunedì non ti telefonerò. Hai pensato di lasciarci 5 giorni prima del tuo compleanno e della mia telefonata. Scusa Gi, hai ragione, sei Morto, non ci hai lasciato, è vero, non ti sono mai piaciute le parole diverse per indicare un fatto. Sei Morto e la parola è pesante come un macigno.
Ci siamo conosciuti nel 2005. L'approccio è stato difficile, ma poi abbiamo trovato gli equilibri, i punti d'incontro e siamo diventati Amici. Due continentali sull'Isola. Abbiamo condiviso gioie e dolori della nostra vita lavorativa e della quotidianità. Quanti minuti, ore, giorni, settimane, mesi abbiamo trascorso insieme?
Mi ha insegnato che il caffè ha una regola, la regola delle 3 C. Va bevuto Caldo, Comodo e Chiacchierato;
Ho scoperto che l'ascensore si chiama anche Tram am muro (scusa come l'ho scritto);
Mi hai fatto scoprire la cultura Sannita e l'origine della pernacchia;
Mi hai regalato modi di dire che hanno lasciato il segno e che uso ancora oggi:"Faustì movete, che il cero si consuma e la processione non cammina";
Ho scoperto che l'appellativo "Zi Ma"è un segno di grande rispetto per chi lo riceve. Maestro, come insegnante di qualcosa nella vita;
Mi hai raccontato storie pazzesche, racconti incredibili che, come sai, ho sempre "scorporato l'iva" (espressione che ti faceva sorridere) perchè ti piaceva condire e ricamare;
Soprattutto mi hai regalato la tua Amicizia.
Conoscevamo i pregi e i difetti dell'altro, ci siamo scontrati, ci siamo capiti, abbiamo condiviso tanti momenti delle nostre vite e ci siamo voluti bene.
Ora però resta un vuoto indecifrabile a Macomer, nella tua famiglia e in quell'angolo di Monferrato che ti ricorda.
Sento la tua mano robusta e ruvida sulla spalla e vedo l'espressione del tuo volto che in questo momento mi direbbe:"Faustì è la vita, che ci vuoi fare". Buon viaggio Gino, mi mancherai.
Alife 12 ottobre 1965 - Macomer 7 ottobre 2015
scusa se ti disturbo, ma ho bisogno di scriverti per scacciare i demoni di questi giorni. Come sai trovo terapeutico scrivere e forse dopo averti salutato a modo mio proverò un minimo di sollievo.
Fra 4 giorni ti avrei dovuto telefonare per dirti che anche i 50 sono arrivati, ti avrei preso in giro e avremmo fatto la solita gag sulla scoperta dell'America visto che eri legato da questo anniversario e ne andavi orgoglioso.
Invece lunedì non ti telefonerò. Hai pensato di lasciarci 5 giorni prima del tuo compleanno e della mia telefonata. Scusa Gi, hai ragione, sei Morto, non ci hai lasciato, è vero, non ti sono mai piaciute le parole diverse per indicare un fatto. Sei Morto e la parola è pesante come un macigno.
Ci siamo conosciuti nel 2005. L'approccio è stato difficile, ma poi abbiamo trovato gli equilibri, i punti d'incontro e siamo diventati Amici. Due continentali sull'Isola. Abbiamo condiviso gioie e dolori della nostra vita lavorativa e della quotidianità. Quanti minuti, ore, giorni, settimane, mesi abbiamo trascorso insieme?
Mi ha insegnato che il caffè ha una regola, la regola delle 3 C. Va bevuto Caldo, Comodo e Chiacchierato;
Ho scoperto che l'ascensore si chiama anche Tram am muro (scusa come l'ho scritto);
Mi hai fatto scoprire la cultura Sannita e l'origine della pernacchia;
Mi hai regalato modi di dire che hanno lasciato il segno e che uso ancora oggi:"Faustì movete, che il cero si consuma e la processione non cammina";
Ho scoperto che l'appellativo "Zi Ma"è un segno di grande rispetto per chi lo riceve. Maestro, come insegnante di qualcosa nella vita;
Mi hai raccontato storie pazzesche, racconti incredibili che, come sai, ho sempre "scorporato l'iva" (espressione che ti faceva sorridere) perchè ti piaceva condire e ricamare;
Soprattutto mi hai regalato la tua Amicizia.
Conoscevamo i pregi e i difetti dell'altro, ci siamo scontrati, ci siamo capiti, abbiamo condiviso tanti momenti delle nostre vite e ci siamo voluti bene.
Ora però resta un vuoto indecifrabile a Macomer, nella tua famiglia e in quell'angolo di Monferrato che ti ricorda.
Sento la tua mano robusta e ruvida sulla spalla e vedo l'espressione del tuo volto che in questo momento mi direbbe:"Faustì è la vita, che ci vuoi fare". Buon viaggio Gino, mi mancherai.
Alife 12 ottobre 1965 - Macomer 7 ottobre 2015